Mercoledì 27 gennaio 2021, alle 15, in prossimità delle “pietre d’inciampo” in piazza Giuliano Crognale, l’Amministrazione Comunale di Castel Frentano ricorderà con una manifestazione sobria che prevede la deposizione di un mazzo di fiori, nel rispetto delle norme relative al contenimento dell’epidemia da Covid-19, il “Giorno della memoria”.
Il 27 gennaio 1945 furono abbattuti i cancelli di Aushwitz e con la predetta cerimonia è nostra intenzione ricordare tutti gli internati che sono stati deportati a Castel Frentano, rammentare gli orrori delle guerre e dei totalitarismi, avendo come traccia tematica questa frase del pittore spagnolo Francesco Goja: “Il sonno della ragione genera mostri”.
Nella provincia di Chieti, Castel Frentano fu uno dei ventotto comuni, scelti per l’internamento libero, per ebrei e non, dal 1941 al 1943. Complessivamente trentotto furono gli internati in paese; di questi, ventitré ebrei, dodici dei quali, in seguito alle retate delle SS, morirono ad Auschwitz; cinque sono le “pietre d’inciampo” di Castel Frentano e ricordano Artur Fuerst e Betty Abrahamson (marito e moglie), Salo Nagler, Eige Fitzer e Giacomo (padre, madre e figlio), internati in paese dal 1941 al 1943, mandati a morire ad Auschwitz.
Parteciperanno alla manifestazione, nel rigido rispetto delle attuali misure di distanziamento sociale, il sindaco Gabriele D’Angelo; l’assessore regionale Nicola Campitelli; il parroco di Castel Frentano, don Emanuele Bianco; il luogotenente comandante della stazione dei carabinieri, Fernando Giannuzzo; il comandante della Polizia Locale, cap. Michelino Verratti; Aldo Angelucci, vice-presidente dell’associazione Ripensiamo il Centro Storico; assessori e consiglieri comunali; Matteo Del Nobile giornalista e studioso della storia di Castel Frentano.
Sarà anche presente Tommaso Di Battista, nipote di Tommaso Di Battista, il quale fu internato in Germania dal 12 settembre 1943 all’8 settembre 1945. A Tommaso Di Battista è stata consegnata dal Prefetto di Chieti, la medaglia d’Onore, conferita dal Presidente della Repubblica a quei “cittadini italiani, militari e civili, deportati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra ed ai famigliari dei deceduti”.